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di Ken Loach, con Crissy Rock, Vladimir Vega, Sandie Lavelle
(Gran Bretagna, 1994)
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È un fatto autentico, effettivamente accaduto, quello di LADYBIRD: ed è importante ricordarselo durante tutta la proiezione. Tanto questa vicenda di una madre (eccessiva, disaddattata, instabile, ma non certa priva di amore materno) alla quale vengono tolti non uno, ma uno dopo l'altro ben sei figli (!) potrebbe apparire addirittura improbabile: estrema, nell'indicibile crudeltà, nell'insopportabile somma di avversità che colpiscono una donna, innanzitutto. Ed, in seguito, pure il suo ultimo uomo emarginato, questa volta politico, paraguaiano a Londra. L'arte, ineguagliabile, di Ken Loach sta proprio in questo: farci accettare (grazie ad un inserimento nella realtà, nella verità esistenziale unico al cinema) una vicenda cosi estrema da apparire astratta, praticamente finta. E di trasformarla in un grido disperato di rivolta, in un atto di accusa: non contro gli uomini (gli assistenti sociali, i giudici che sono impotenti, mai indifferenti) ma contro il sistema, la logica insensata quanto implacabile che lega quella meccanica (di miseria, di promiscuità, di migrazione) e che non può che condure alla sopraffazione, all'annientamento dei sentimenti primordiali.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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